Aritzo - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
 Percorrendo corso Umberto I, la via principale del paese, si può ammirare la Chiesa Parrocchiale di S. Michele Arcangelo, di epoca cinquecentesca, nonchè le ex prigioni spagnole del 1600 dette “Sa Bovida”.
 Un'altra caratteristica del paese sono poi alcune antiche case costruite in scisto e abbellite da balconi in legno.
 Castello Arangino
 l singolare edificio è situato lungo il corso Umberto, nella parte S dell'abitato.
 L'edificio risale al 1917. Appartenente alla famiglia Arangino, estintasi nel 1954 per un tragico fatto di sangue, rientra nel modello del castello di tipo medioevale, ampiamente diffuso nelle abitazioni signorili e nelle ville costruite tra XIX e XX secolo, con riferimenti più o meno evidenti all'architettura storica.
 La costruzione ha una pianta asimmetrica, corrispondente all'aspetto esterno irregolare: l'uso della pietra a vista del prospetto principale è reso meno pesante dalle aperture e soprattutto dalla loggia retta da mensole e colonnine nell'angolo. L'apertura principale ad arco a sesto acuto è affiancata da due colonne su mensole che reggono la cornice coperta con le tegole. Un bel cancello in ferro battuto immette nell'atrio scoperto dove sono visibili sia gli archi acuti che contengono piccole aperture rettangolari, sia i merli nella parte alta dei muri.
 All'interno sono presenti decorazioni dipinte e a stucco.
 Un tempo dietro l'edificio si apriva un parco con interessanti specie botaniche, ora smembrato e venduto per una lottizzazione.
 Neviere
 Le neviere sono situate in località Funtana Cungiada a circa 1300 m tra felci e ginepri, non lontano dalla chiesa di Santa Maria della Neve, ricostruita intorno al 1925 su un edificio preesistente.
 Le neviere o case della neve ("domos de su nie") sono pozzi circolari profondi parecchi metri e resi visibili all'esterno attraverso muretti a secco. Esse sono situate lungo i canaloni, dove la neve si depositava, permettendone la raccolta con secchi e cestini. Il prezioso carico veniva poi stivato nella neviera mediante dei pali e ricoperto con uno stato protettivo di paglia, felci e terra. Durante l'estate, blocchi di ghiaccio venivano trasportati nelle varie località isolane per le feste paesane dov'era prodotta "sa carapigna", una specie di sorbetto al limone precursore degli odierni gelati. Dalla metà del Seicento il fisco spagnolo deteneva il monopolio della neve, imponendo tasse sull'attività che è durata fino all'impianto della prima fabbrica di ghiaccio di Cagliari alla fine dell'Ottocento.